giovedì 2 luglio 2009

MONITO DI PECHINO ALLA FRANCIA - IL DALAI LAMA CITTADINO ONORARIO DI PARIGI




Pechino, 7 maggio 2009 (Reuters)


MONITO DI PECHINO ALLA FRANCIA


La Cina ha messo in guardia la Francia dal conferire al Dalai Lama la cittadinanza onoraria di Parigi in occasione del viaggio che il leader tibetano compirà nella capitale francese il mese prossimo. “Un anno fa la città di Parigi decise il conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama causando grande malcontento al popolo cinese” – ha dichiarato Ma Zhaoxu, un portavoce del Ministero degli Esteri. “Chiediamo alle istituzioni cittadine di smetterla di interferire nelle questioni interne della Cina e di non continuare a ripetere gli stessi errori circa la questione del Tibet”



LA FRANCIA SE NE INFISCHIA E .........




IL DALAI LAMA CITTADINO ONORARIO DI PARIGI


Parigi, 7 giugno 2009. La capitale francese ha ufficialmente insignito il Dalai Lama della cittadinanza onoraria della città. Il conferimento è avvenuto presso l’Hotel de Ville, sede del comune di Parigi che aveva preso questa decisione nel marzo 2008 “per la qualità e per la lotta che il Dalai Lama conduce per il dialogo e per la pace”. Dura la reazione del governo di Pechino che ha “fermamente condannato” il conferimento. “La consegna” – ha dichiarato il Ministro degli Esteri di Pechino – “non potrà che recare danni alle relazioni di Parigi con le municipalità cinesi e costituisce una grave ingerenza negli affari interni della Cina”.


“Non sottovaluto la reazione dei dirigenti cinesi” – ha dichiarato Bertrand Delanoe, sindaco socialista di Parigi – “ma la città ispira le sue azioni ai valori nei quali crede e non decide della politica estera della Francia”. “Non ho ricevuto pressioni né dall’Eliseo né dal Ministero degli Esteri”, ha precisato. “Non sono per l’indipendenza del Tibet e non sono buddhista” – ha proseguito – “ma decido sulla base dei valori di Parigi e delle mie convinzioni profonde”.


“Ricevo questa onorificenza in quanto persona che difende i valori umani e la non violenza” ha dichiarato a sua volta il Dalai Lama (nella foto con il sindaco Delanoe ) che, prima di ricevere la cittadinanza onoraria, non ha tuttavia mancato di criticare la politica cinese in Tibet. Nel corso di un’ affollata conferenza svoltasi allo stadio sportivo di Parigi-Bercy, il leader tibetano ha infatti accusato la Cina di aver fomentato gli incidenti che, nel marzo dello scorso anno, avevano provocato la rivolta dei tibetani fornendo alla sicurezza cinese il pretesto per intervenire. “Nonostante l’ingente numero di agenti presenti a Lhasa dal 10 marzo, le forze cinesi sono restate a guardare” – ha detto il Dalai Lama. “Il 14 marzo, alcuni tibetani che nessuno a Lhasa conosceva hanno cominciato a incendiare negozi e a scagliare sassi, mentre la polizia si limitava a filmare la scena e a diffondere le immagini in tutto il mondo”. “Solo allora” – ha proseguito – “la polizia è intervenuta. È difficile non sospettare che la rivolta sia stata deliberatamente provocata”.

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