lunedì 6 dicembre 2010

IL BALLO DELLA TERRA : L'ACQUA E' COSA NOSTRA....................


L’acqua è cosa nostra
30/04/2010 - Sloweb
Il fine settimana del 24 e 25 aprile è iniziata in tutta Italia la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. In centinaia di piazze italiane sono stati allestiti i banchetti che hanno raccolto, in 2 giorni, oltre 100mila firme. La raccolta continua anche il Primo Maggio, Festa dei lavoratori. In tutta Italia, centinaia di banchetti (qui trovate la mappa).

Oltre 12mila firme in un solo giorno in Puglia, 10mila a Roma, 4mila firme a Torino, 3500 a Bologna, 2500 a Milano. Dati importanti dalle piccole città: 4200 a Savona e provincia, 2mila firme a Latina e Modena, oltre 1500 ad Arezzo e Reggio Emilia.

Molti sindaci e amministratori hanno firmato in piazza, tra cui i sindaci di Ravenna e Arezzo. In Molise Monsignor Giancarlo Bregantini (Arcivescovo metropolita di Campobasso) ha firmato in rappresentanza dei 4 vescovi delle Diocesi della Provincia.

I tre quesiti vogliono abrogare la legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti. Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, a enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.

Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

Fonte:
www.acquabenecomune.org

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